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Risorse Umane: il nuovo vocabolario della gestione del personale

Risorse Umane il nuovo vocabolario della gestione del personale

Mentre il mondo era impegnato a riprendersi dalla recessione del 2008, una grande rivoluzione ha preso vita nell’ambito delle risorse umane. E’ proprio a partire da quegli anni, infatti, che i lavoratori hanno iniziato a distogliere lo sguardo da molte delle antiche tradizioni dell’occupazione convenzionale. La sicurezza del lavoro è diventata una proposta di valore meno attraente e sono stati scoperti nuovi percorsi per la crescita professionale. Ora, oltre un decennio dopo, e ancor di più dopo i risvolti della pandemia di coronavirus, i dipendenti delle nuove generazioni (Millennials e Generazione Z), stanno rimpiazzando quasi completamente la vecchia guardia, promuovendo molti dei principali cambiamenti già in atto nel vecchio modello di occupazione.

Tutto questo ha sradicato molte delle parole tradizionali che abbiamo usato per parlare del luogo di lavoro. O, per lo meno, ha cambiato le definizioni del vocabolario che abbiamo costruito per capirlo. Dato che alcune di queste parole sono in uso da quasi 200 anni, una rivoluzione in questo senso era attesa da tempo.

Per raggiungere gli obiettivi aziendali, una efficace gestione delle risorse umane è fondamentale. E ciò oggi significa impostare una strategia aziendale adatta alle nuove generazioni di lavoratori.

Da “Dipendente” a “Collaboratore”

Uno dei più grandi cambiamenti nel panorama occupazionale degli ultimi anni è stata la crescita di accordi di lavoro agili. Ciò ha portato molti a chiedersi se il termine “dipendente” dovesse essere cambiato.

La parola impiegato (o dipendente) è in uso dal 1822.

Se si pensa alla forza lavoro non tradizionale in termini di mutamento del contratto sociale, di passaggio a lavoratori just-in-time o di un modo per rendere flessibile il capitale umano in un’economia globale competitiva , la definizione di dipendente e datore di lavoro va sicuramente cambiata.

Per quanto riguarda le risorse umane, la tendenza attuale è di utilizzare il termine collaboratore. Con questo termine si vuole indicare qualsiasi risorsa umana che contribuisce agli obiettivi aziendali dell’organizzazione.

La cosa fondamentale da sottolineare su questa definizione è, infatti, ciò che non c’è in esso. Non c’è riferimento a assunti, impiegati, a tempo pieno o part-time, o addirittura a persone da pagare. Con una forza lavoro agile composta da una vasta gamma di talenti da parte di collaboratori permanenti, contingenti, appaltatori, freelance, consulenti, a tempo pieno, part-time, una tantum e altro ancora, il concetto di impiegato di oggi non è così ristretto o chiaro.

Lavorare oggi è un’esperienza!

Man mano che i dipendenti diventano collaboratori e iniziano a essere valutati più sugli esiti legati al loro contributo piuttosto che sull’adempimento di ogni singola serie di responsabilità, la parola “lavoro” potrebbe non essere più applicabile. Il lavoro è oggi più orientato su progetti e obiettivi.

La traiettoria della carriera di oggi non è una scalata verticale verso la cima di un dipartimento o l’assunzione in linea in una lunga gerarchia di titoli. È un insieme continuo di esperienze in varie sfide e progetti aziendali che si basano l’uno sull’altro e, alla fine, assumono la forma di qualcosa di simile a una vera e propria esperienza di carriera.

L’approccio dell’ Outsourcing è, probabilmente, uno dei primi metodi ad aver utilizzato questi concetti innovativi. Le risorse umane fornite da una cooperativa di servizi sono soci collaboratori con competenze e cultura aziendale basate sulla flessibilità. Il nostro Gruppo lavora per gli obiettivi, privilegiando la collaborazione e il team.

Per rimanere al passo con i tempi e battere la concorrenza, scopri I NOSTRI SERVIZI.

 

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