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Come promuovere una azienda su Facebook

Si parla tanto delle potenzialità di Facebook per il business, eppure molte piccole aziende hanno molta difficoltà nell’ottenere reali benefici dalla presenza su Facebook. I problemi derivano dalla scarsa conoscenza del mezzo in questione, di tutte le sue potenzialità, sfaccettature ma anche regole.

L’interpretazione comune, che può dare chi non è avvezzo a campagne di comunicazione e di marketing e che volesse cimentarsi con il fai da te su Facebook, della frase “promuovere l’azienda su Facebook” è quella della semplice pubblicità. Si usa Facebook come se fossimo banditori in un mercato condividendo ossessivamente informazioni su di noi e sui nostri prodotti, magari sotto forma di link o immagini senza spiegazioni testuali, o come aggiornamenti di stato poco appetibili. In una parola SPAM

Finire etichettati come spam è un brutto problema: i nostri followers se ne andranno e difficilmente ne avremo di nuovi. E amici che hanno messo mi piace solo per farci un favore non contano come followers: non pensate mica che il vostro mercato siano solo i vostri amici?

Un altro gravissimo errore è quello di creare Profili a nome dell’azienda. Qualcuno dirà: ok io ne ho uno da anni e mi va bene, anzi mi trovo meglio che con la Pagina perché così posso aggiungere io gli amici. Beh caro amico sappi che avere un Profilo che non è collegato ad un essere umano non è permesso da Facebook e questo implica che Facebook può cancellare il tuo profilo senza avvisarti facendoti perdere gli amici ed il lavoro fatto in anni senza possibilità di “appello”. Ed è una cosa che è già successa molte volte in passato.

Dopo queste doverose precisazioni sui due errori più comuni commessi nella promozione su Facebook, vediamo invece cosa si deve fare.

Ricerca delle conversazioni

I social network non sono fatti per un rapporto top-down con i clienti ed i potenziali clienti. Il rapporto top-down è quello della comunicazione prima del web 2.0, esempio: l’azienda inviava il suo messaggio “Comprate i biscotti che facciamo noi perché sono i più buoni” attraverso un canale (TV, stampa…) e doveva attendere che il messaggio fosse in circolazione per un certo tempo (nell’ordine di settimane e mesi), prima di poter raccogliere i feedback, cioè le reazioni. E gli unici modi per misurare le reazioni erano vedere se c’erano vendite o investire in costosi e lunghi sondaggi, sempre con una logica comunicativa dall’alto verso il basso.

I social network invece mettono produttore e consumatore sullo stesso piano. Nel medesimo istante in cui il produttore/venditore emette un messaggio il consumatore può intervenire, o può comunicare direttamente con l’impresa in tempo reale senza attendere che essa abbia avviato una particolare campagna di marketing. Il tutto è a beneficio di entrambi, dato che accorcia i tempi, riduce i costi e facilità il dialogo.

Così su Facebook la nostra azienda di biscotti dirà “Buongiorno a tutti, è ora di colazione e noi ci stiamo godendo un cappuccino con questo tipo di biscotti e voi?” aggiungendo magari una foto semplice in tempo reale della nostra colazione, caricata mediante Instagram e con qualche hashtag. Questo è un messaggio che può iniziare una conversazione ed uno scambio di idee e che porta il marchio a conoscere personalmente i consumatori potendo adattare l’offerta in qualsiasi momento.

Concorsi ed offerte

Per aumentare l’efficacia delle conversazioni e dei messaggi si possono aggiungere dei concorsi e delle offerte, ad esempio “Carica la foto della tua colazione e potrai vincere una fornitura di biscotti” o ancora “A tutti i nuovi followers di questo mese in regalo un coupon di sconto per i nostri prodotti”. Il concorso aumenta l’attenzione nei vostri confronti: gli utenti vi seguiranno più volentieri perché interessati a poter vincere qualcosa o ottenere un risparmio. In ogni caso non bisogna abusare di questo strumento per non stancare i followers ripetendo le stesse cose.

Purtroppo, anche se Facebook da settembre 2013 permette concorsi in cui i like ed i commenti hanno valore di votazione, è quindi non è necessario che questi vengano realizzati mediante applicazioni esterne di terze parti (come Easypromotions ad esempio) per la Legge Italiana le cose sono molto più complesse.

In teoria ci è imposto di usare applicazioni di cui siamo proprietari o software che comunque funzionino su server situati nel territorio nazionale. In ogni caso, Facebook declina ogni responsabilità: in teoria potete fare la promozione come volete, ma in caso di sanzioni legali il social non ha nulla a che vedere con voi e quello che fate.

Geolocalizzarsi

Avete presente quando qualcuno dei vostri amici si “tagga” in un posto? “Tizio e Caio sono al Ristorante 10 Stelle”. Anche se sembra una superflua perdita di tempo come utente, in realtà è uno strumento prezioso per le aziende che operano in uno specifico luogo: che si tratti di bar, ristoranti, negozi o anche punti vendita di una grossa catena internazionale, se registrate su Facebook la vostra pagina come Impresa Locale, avrete la possibilità di fare in modo che i clienti possano taggarsi.

Questo significa che pubblicando una foto di qualcosa che voi vendete o un commento positivo vi faranno tanta pubblicità gratis perché i loro amici di Facebook vorranno provare la stessa esperienza. Le “raccomandazioni” degli amici funzionano molto meglio delle campagne di marketing, e se questi consigli sono accompagnati da prove fotografiche è ancora meglio.

Per incoraggiare gli utenti a taggarsi si possono usare anche qui gli strumenti delle offerte e promozioni, ma comunque offrire servizi e/o prodotti di qualità o avere una bella location basta ad invogliare tanti a farlo. Siate creativi: la geolocalizzazione può funzionare non solo per ristoranti, discoteche, hotel e bar, ma anche per uno studio dentistico ad esempio, la sede di una agenzia di marketing, uno studio creativo…sperimentate!v

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