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Il CV perfetto: storytelling e chiarezza

Ormai è notoriamente risaputo che cercare un lavoro costituisce già un vero e proprio lavoro. Farsi largo oggi nella jungla di risposte alle offerte di lavoro, autocandidature, lettere di presentazione, oltre che un lavoro è una vera arte. Sebbene spesso tutto si decida solamente dopo l’eventuale colloquio individuale o assessment di gruppo, sfoderare un curriculum perfetto diventa condizione imprescindibile per aspirare alla posizione desiderata. Ecco qualche consiglio per presentarsi al meglio con un valido strumento.

1. Il CV è un biglietto da visita

Inutile dire che il curriculum è un vero e proprio biglietto da visita. Questo significa che ancor più del contenuto e delle esperienze dichiarate reali o meno, importantissima è la forma. C’è chi sceglie per sicurezza- e per pigrizia-  il formato europeo, che però rischia di non valorizzare al meglio le caratteristiche e le esperienze del candidato e di non attirare l’attenzione di chi lo legge. Un curriculum graficamente accattivante (senza eccessi, naturalmente) ha una percentuale molto più elevata di essere notato e preso realmente in considerazione. E’ molto importante che sia ordinato, senza refusi, senza foto con sfondi caraibici. E per favore, non firmate mai con il cognome prima del nome, non siamo in caserma!

2. Chiaro, conciso e ad hoc

Molto più utile una pagina chiara e sintetica di una versione integrale del Conte di Montecristo. A meno che vostra nonna non sia l’amministratrice delegata dell’azienda per cui avete lavorato, evitate di spacciarvi per il suo Manager Assistant solo perchè dieci anni fa l’avete aiutata per un pomeriggio a spostare le cassette della frutta nella sua bottega. Evidenziate le attività più significative per il tipo di posizione per cui vi candidate, rendendole graficamente più visibili, ingigantite in maniera credibile le vostre esperienze, ma senza esagerare. Siate chiari: meglio poche parole chiave significative che prolissi paragrafi ciceroniani.

3. Storytelling e personal brand

Oggi elencare le proprie esperienze e i propri titoli non è più sufficiente. Quando presentiamo un curriculum dobbiamo puntare sul nostro personal brand, l’insieme delle ragioni per cui un cliente o un datore di lavoro dovrebbe sceglierci. Per mettere in luce nel miglior modo possibile il nostro personal brand dobbiamo narrarci, far conoscere il nostro passato, le nostre esperienze, quello che siamo oggi nel modo più coinvolgente possibile, non attraverso un elenco di posizioni lavorative occupate e di mansioni svolte, bensì contestualizzando i tasselli che compongono il puzzle della nostra lavorativa: occorre spiegare i legami tra le attività che abbiamo svolto, dare un perchè a lunghi momenti di inattività, chiarire come i nostri titoli abbiano realmente dato dei frutti, menzionare quali persone ci hanno aiutato ad essere quello che oggi lavorativamente e umanamente siamo.

4. Il videocurriculum

Non molto amato dai più timidi, oggi si va affermando sempre di più il videocurriculum, una breve presentazione video in cui si parla di sè e delle proprie esperienze professionali. D’obbligo la disinvoltura e la comunicatività: se non si riesce ad essere sufficientemente smart meglio affidarsi ai metodi tradizionali. Se invece volete lanciarvi, sarà sufficiente uno smartphone, una webcam, o un amico paziente che si diverta a riprendervi e darvi all’occorrenza feedback e consigli.

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Max —

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