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Partita IVA: perché non conviene aprirla? Quali alternative?

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Libero professionista o dipendente? Questo è un dilemma molto diffuso tra i lavoratori moderni, sempre più indecisi tra la libertà di un’attività autonoma e la sicurezza di uno stipendio fisso. Il centro del dilemma riguarda, senza dubbio, l’apertura e la sostenibilità della Partita IVA.

La Partita IVA, nella pratica, non è altro che un codice che, a livello legale e fiscale, rende un’attività lavorativa riconosciuta dallo stato Italiano. Senza entrare in dettagli troppo tecnici, vogliamo concentrarci, di seguito, sul perché non conviene aprirla e su quali sono le alternative alla partita IVA e ad un contratto da dipendente oggi disponibili.

Partita IVA, una questione di incognite

Il primo grosso problema che deve affrontare chi sceglie di aprire una Partita IVA in Italia è il sistema di tassazione. I liberi professionisti italiani hanno l’obbligo di pagare l’IRPEF, una tassa basata su un principio molto semplice: più guadagni, più tasse paghi. In linea generale, si tratta di un concetto giusto, se non fosse per le alte percentuali stabilite. Nella maggior parte dei casi, il libero professionista dovrà destinare al fisco almeno il 30% dei suoi introiti, tra tasse e spese di gestione. Senza contare le spese legate all’attività svolta.

C’è poi la questione guadagni. Se, da una parte, è vero che la partita iva consente al cittadino di svolgere il proprio lavoro quando vuole, dall’altra è anche vero che la libera professione non garantisce guadagni. Mettiamo il caso di un fotografo che lavora in proprio: i suoi servizi potranno essere richiestissimi in un determinato periodo, come ad esempio quello dei matrimoni, ma meno richiesti in altri momenti dell’anno.

A questo discorso si legano facilmente altri contro della partita iva. Se stai male e non lavori, non guadagni. Se vai in ferie e non lavori, non guadagni. Il libero professionista deve anche provvedere al pagamento dei contributi pensionistici. Inoltre, nel caso in cui fosse costretto a chiudere l’attività, non percepirebbe alcun aiuto dallo stato, come ad esempio la NASPI per i dipendenti.

Diventare socio lavoratore del Gruppo La Meridiana

Qual è, dunque, l’alternativa migliore per chi vuole svolgere una libera professione senza incappare negli ostacoli che abbiamo spiegato nel precedente paragrafo?

Esistono realtà, come il Gruppo La Meridiana, che consentono ai liberi professionisti di dire addio alla Partita IVA, mantenendo la propria attività. 

Entrare a far parte di una realtà come il Consorzio Gruppo la Meridiana garantisce agli “Ex. Liberi professionisti” un abbattimento dei costi gestionali, legali e contabili (con una notevole riduzione di tassazione), con una gestione burocratica più snella e supportata da professionisti del settore che garantiranno, in caso di ispezioni e controlli fiscali, la gestione degli oneri e dei rischi.

Quindi diventare socio lavoratore dipendente del Consorzio significa, inoltre, poter avvalersi di una busta paga, di assegni familiari, dell’ indennità di maternità, dalle copertura INAIL per infortuni sul lavoro, in un regime di guadagno meritocratico che rimarrà legato al proprio operato e fatturato.

Un’opportunità davvero allettante di cui puoi chiederci maggiori informazioni chiamando lo 06 20427961.

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