Fra i fenomeni che hanno investito il mondo del lavoro negli ultimi anni, emergono con forza due concetti che rivoluzionano parte delle strutture produttive di aziende italiane e straniere. Il primo è l’outsourcing, che i lettori di questo blog conoscono in varie sfaccettature sia dal punto di vista produttivo che organizzativo. Il secondo è la terziarizzazione, un’evoluzione che riguarda l’economia di scala globale.

L’esternalizzazione dei servizi è parte di un processo di ristrutturazione della produttività aziendale, nella quale il rapporto fra imprenditore e dipendente si trasforma nella direzione della fornitura – ricezione di un servizio; un modello che permette alle aziende di puntare al proprio core business, risparmiare sulla gestione delle risorse umane e che stimola una maggiore collaborazione B2B.

L’Enciclopedia Treccani definisce la terziarizzazione come

Processo, proprio delle economie avanzate, che consiste nella progressiva minore incidenza del settore industriale sulla formazione del PIL e sull’occupazione, a vantaggio del settore terziario, in partic. di quello avanzato che comprende i servizi alla produzione e alle imprese, caratterizzati dal continuo sviluppo delle tecnologie informative e informatiche.

Un’economia fluida

Nonostante sia difficile ricondurre entrambi i fenomeni ad una radice comune, sia outsourcing che terziarizzazione condividono un principio di base che investe l’economia attuale su vari livelli, ossia l’idea di fluidità. Che cosa vuol dire? Se si va ad analizzare il quadro generale delle principali trasformazioni a livello di realtà economiche, si osserva come i modelli di collaborazione diventino sempre più multiformi, sfaccettati, polifunzionali.

Un’economia nella quale le collaborazioni sono più legate a progetti ed erogazione di servizi impone una revisione complessiva dei rapporti di lavoro: il modo attuale in cui il personale viene ricercato, selezionato e gestito è davvero il migliore possibile? Il Gruppo la Meridiana svolge un ruolo di innovazione in quanto propone un modello nuovo che trasforma (nei limiti delle sue aree di competenza) il mondo del lavoro e del business.

Un cambio di paradigma

È necessario ripensare il modo in cui le aziende si avvalgono di collaboratori. In molti casi, infatti, selezionare direttamente le proprie risorse umane ed assumere nuovo personale comporta due rischi: il primo è sprecare molto tempo e risorse nel processo stesso; il secondo è adottare un modello troppo statico e tradizionale (assunzione di dipendente) che può rivelarsi improduttivo.

Al contrario, l’outsourcing del personale consente alle aziende di proiettarsi sull’unica reale necessità, ossia quella di produrre un nuovo servizio o prodotto, ossia l’elemento finale, il cosiddetto deliverable della propria attività. Un modo per gestire la reale rotta della propria impresa e puntare ad un successo duraturo.