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La sicurezza sanitaria nei luoghi pubblici

La sicurezza sanitaria nei luoghi pubblici è un problema di estrema rilevanza, purtroppo troppo spesso sottovalutato e poco considerato, questione che torna alla ribalta nazionale solo con il verificarsi di casi estremi, tragedie purtroppo senza soluzione.

Come è successo, per esempio, con la triste vicenda accaduta nello scorso mese di aprile, nel ristorante di una notissima catena internazionale di mobili e complementi d’arredo, presso un grosso centro commerciale della periferia di Roma.

Il caso nazionale

Un normale pomeriggio primaverile di relax e shopping in un centro commerciale alle porte della capitale: il piccolo Francesco, tre anni, a causa di un boccone di hot dog andatogli di traverso, è entrato in uno stato di coma che in cinque giorni lo ha portato alla morte.

Se i soccorsi del 118 fossero arrivati venti minuti prima, il boccone non gli avrebbe ostruito la gola, procurandogli la mancata ossigenazione del cervello. Sarebbe stata sufficiente un’ambulanza in grado di trasportare immediatamente il bimbo in una struttura ospedaliera, o un presidio di pronto soccorso specializzato efficiente in loco per evitare il dramma.

Il regolamento: quali obblighi?

Come cita il regolamento per il servizio d’ordine e la sicurezza nei luoghi di riunione (ai quali sono assimilabili, oltre che i locali di pubblico spettacolo e di svolgimento di eventi sportivi, anche luoghi come centri commerciali, ipermercati, alberghi, ristoranti) gli esercenti sono obbligati ad assicurare un servizio di pronta assistenza sanitaria. Purtroppo troppo spesso questo regolamento viene ignorato o parzialmente trascurato, mettendo a rischio l’incolumità di molte persone.

In ogni locale pubblico, anche con una bassissima frequentazione di pubblico, deve essere sempre tenuta una cassetta di pronto soccorso, fornita di tutto il necessario per un primo intervento.
Inoltre in ogni azienda, punto commerciale o luogo pubblico, devono essere presenti uno o più dipendenti che abbiano ottenuto la certificazione di pronto soccorso come indica la normativa di settore (D.Lgs. 626/94, DM 388/03 e D. Lgs. 81/08 ). Nel caso di aziende con lavoratori su turni, deve essere presente almeno un dipendente per turno in possesso di tale certificazione.

Defribillatori e ambulanze in loco: soluzioni salvavita

Un’altra questione spinosa, molto discussa negli ultimi anni sempre a causa di casi di rilevanza nazionale, è stata la diffusione dei Defibrillatori semiAutomatici Esterni (DAE), regolata dal decreto del 18/03/2011.

Il decreto, conosciuto come Decreto Balduzzi, cita numerosi luoghi che dovrebbero essere in possesso di tale strumento, in grado di ridurre notevolmente i decessi causati da improvvisi arresti cardiaci: palestre, cinema, teatri, parchi di divertimento, discoteche, stadi, ipermercati, centri sportivi, centri commerciali, alberghi, ristornati, stabilimenti balneari e stazioni sciistiche.

Sembra essere ancora un miraggio in Italia, ormai quasi prassi nel Nord Europa, la presenza di un’ambulanza nei luoghi giornalmente frequentati da un’utenza numerosa come centri i commerciali, luoghi dove inoltre è molto elevata la percentuale di soggetti potenzialmente più a rischio come bambini piccoli e persone anziane.

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