Il crescente accesso alle tecnologie digitali potrebbe trasformare radicalmente le economie mondiali. Anche quelle in via di sviluppo. Se ne è parlato molto anche nell’ambito del Forum delle Risorse Umane, proprio in questi giorni, a Milano. In particolare, è stato posto l’accento sulla cosiddetta Knowledge Economy, ovvero economia della conoscenza. Ma di cosa si tratta?

Nel corso dei Millenni, sono state diverse le transizioni economiche nella storia del mondo. E tutte hanno radicalmente cambiato lo stile di vita e il benessere dell’uomo. Ora, una nuova transizione economica è alle porte ed è strettamente collegata con il business management e con la gestione risorse umane. Stiamo parlando, naturalmente, dell’ economia della conoscenza. Direttamente connessa all’attuale era digitale.

Knowledge Economy: informazione uguale prosperità!

In passato, la forza lavoro e lo sfruttamento delle risorse naturali rappresentavano i motori della crescita economica e sociale dell’umanità. Oggi, le aziende sfruttano invece la lettura dei dati, alla ricerca di richezze. Si può ben affermare che l’informazione sia la futura fonte di prosperità, per la società, ma in primis per le aziende.

Il termine Knowledge Economy è stato coniato negli anni Sessanta per descrivere il passaggio dalle economie tradizionali a quelle basate sull’informazione, appunto. Dove la produzione e la conoscenza sono fondamentali.

Grazie a questo nuovo sistema, i datori di lavoro e i dipendenti possono iniziare ad utilizzare le informazioni per migliorare l’ambiente di lavoro.

Viviamo in un mondo in cui l’accesso rapido alle informazioni è vitale.

Per tale motivo, attualmente, lo sviluppo tecnologico è al centro di sempre più numerose strategie aziendali.

Ad ogni modo, più che un nuovo sistema economico, la Knowledge Economy riamane per molti, ancora, un’ideologia inafferabile. Una cultura.

I 4 pilastri dell’ Economia della Conoscenza

Secondo la Banca Mondiale, la Knowledge Economy si costruisce su 4 presupposti di base:

1. incentivi all’imprenditorialità e all’uso delle informazioni da parte delle strutture istituzionali
2. manodopera qualificata e buoni sistemi di istruzione
3. accesso alle nuove tecnologie
4. innovazione nel mondo accademico, nel settore privato e nella società civile

Sulla base di questi criteri, tutti i Paesi OCSE si stanno muovendo per diventare economie della conoscenza.

Ne deriva una prossima tendenza anche per le aziende verso sistemi strategici interamente incentrati sull’ elaborazione dati.

Come premesso, l’argomento knowledge economy è stato ampiamente trattato anche nell’ambito dell’annuale Forum delle risorse umane.

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